27/01/2009
Ondavè (prima parte). Diario scomodo dall’India
di Enrico Bianda, alle 10:44
Io, dal viaggio di due settimane in India, sono rientrato alla vita normale con una certa fatica; per la prima volta in vita mia con il desiderio di lasciare che i ricordi e le immagini riprendessero ad essere nitide, che gli odori si placassero, che finalmente anche le mie orecchie smettessero di sibilare senza tregua, assalite dai clacson assordanti.
Tra le cose più ridicole che ho visto in india, anzi forse tra le più ridicole in assoluto, vi è il campionario di amenità orientaleggianti degli occidentali che spiaggiano in India per qualche mese, per poi tornare spesso con la coda tra le gambe e qualche malattia infettiva di cui si libereranno a fatica.
-
TOP FIVE delle sciocchezze occidentali in India
5. indossare sui pantaloni tecnici da viaggio globale un Sari di seta colorata che scende oltre il ginocchio;
4. smettere di lavarsi i capelli per vedere se con i dreadlocks ci si mimetizza meglio con gli autoctoni;
3. fare finta di non sentire i liquami che passano tra le dita dei piedi e indossare le infradito anche tra le vie di Calcutta (dove 16 milioni di esseri umani grosso modo rilasciano le deiezioni in strada, sull’asfalto);
2. dal primo giorno portare bracciali di tela pelle pietra di luna e argento, anche cavigliere, simboli Hindu colorati, non distinguere atti devozionali dal feticismo dell’oggettistica etnica;
1. giocare a Badmington con un Sadu su un ghat di Varanasi
(continua…)
gennaio 30th, 2009 16:45
[…] (leggi prima parte) […]
febbraio 5th, 2009 08:06
[…] prima, seconda, terza […]