29/07/2007
Rumiz sulle tracce della leggenda di Annibale, la Grande Ombra.
di Antonella Sassone, alle 19:19
[Come ogni anno ci mettiamo sulle tracce di un grande cercatore di tracce. Il Maestro (come con scherzosa stima lo chiamiamo ormai da anni) Paolo Rumiz, cui Webgol ha da tempo una categoria a lui solo dedicata: rumizzeide. In occasione della puntata introduttiva dell’appuntamento di quest’anno, dedicate Annibale Barca, leggendario inquieto modernissimo condottiero di 2200 anni fa, ne scrive Antonella Sassone, che sui reportage del Maestro ha scritto una ottima tesi di laurea, discussa qualche mese fa con il sottoscritto come relatore. as]
29 luglio, domenica mattina, presto. Esco in strada, l’aria è fresca. Cerco l’unica edicola aperta nei paraggi. La città è spopolata e tra qualche ora l’afa farà scappare chiunque.
Prima pagina. L’articolo di fondo, le notizie sulla politica, la cronaca e il resto. In basso a destra il sommario dell’inserto La Domenica di Repubblica e un titolo: Sulle tracce di Annibale. Viaggio alla ricerca del grande condottiero. Di Paolo Rumiz.
[Copertina del viaggio estivo di Paolo Rumiz, “Il ritorno di Annibale”, per quasi tutto agosto su Repubblica. Disegno, come al solito, del grande Altan (part.)]
Comincia oggi, dunque, l’ormai tradizionale viaggio estivo dell’inviato di Repubblica.
[Reportage precedenti. 2006: appennini; 2005: gerusalemme; 2004: Lepanto; 2003: in fuga sulle alpi (non on line); 2002: seconda classe: 2001: tre uomini in bici]
La curiosità è troppa. Ferma in strada, fuori dall’edicola, apro il giornale direttamente alla ricerca della pagina del reportage. Per le notizie c’è tempo.
Il reportage quest’anno segue le tracce del famoso personaggio storico attraverso il Mediterraneo. Annibale, dunque: “il crudele, il guercio, l’avido, lo sleale, l’uomo nero, impenetrabile cuore di tenebra“. Annibale, dunque. Un condottiero geniale, una leggenda che resuscita paure antiche e attualissime. Da Cartagine a Instanbul, passando per le Alpi, ovviamente. Il logo di Altan, fedele nell’accompagnare il viaggio con il suo tocco, mostra il profilo di un Rumiz annibalescamente a fianco di un elefante, elemento immaginifico superbo, e sullo sfondo delle montagne con un tracciato per risalirle. Poi una linea che congiunge il punto di partenza con il punto di arrivo.
Nella puntata introduttiva di oggi, Rumiz è sulle amate Alpi, tra mille città che vantano senza averne le prove di essere state il valico dove il cartaginese passò per prendere l’esercito romano alle spalle. E’ un aneddoto che ingombra, quello degli elefanti di Annibale, e che Rumiz vuole smontare, come un giocattolo che non soddisfa. Partendo dall’inizio.
Hannibal. Chissà se ti saprò trovare sul campo della morte di Canne o sotto le nevi dell’Arat dove fondasti la prima città degli Armeni. Ti incontrerò sulle sponde del Mar di Marmara, dove ti suicidasti sul veleno? Ti vedrò passeggiare sui moli atlantici di Cadice dove ti affacciasti sulle “Porte della sera” del gran tempio di Ercole? Dovrò penare per trovarti. Passare fiumi e valicare montagne, perdermi in false piste. Per scoprire, poi, solo ciò che gli storici detestano. Aure, atmosfere, voci, leggende, sogni. Ma cosa se non il sogno spinge a viaggiare?
Update: Leggi la puntata introduttiva “Il ritorno di Annibale” nel numero della Domenica di Repubblica, in pdf
Update2: Per leggere le puntate finora uscite vai alla ricerca annibale + rumiz su repubblica.it – in attesa di un indice completo
novembre 30th, -0001 00:00
Antonio Sofi Rumiz sulle tracce della leggenda di Annibale, la Grande Ombra.
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Come sempre, Webgol lo segue da vicino. Gli affezionati lettori del viaggiatore ringraziano…
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tracce, tracce. rumiz ci arriveràprobabilmente nei prossimi giorni. a proposito, per gli inguaribili rumizziani, per leggere le puntate finora uscite la […] [IMG il ritorno di annibale, di paolo rumiz da repubblica. disegno di altan][dopo l’annuncio dell’inizio del viaggio estivo di rumiz, quest’anno sulle orme del leggendario annibale, ecco un post della brava elisa, che vive dove annibale s’accampò, in un comune che ha l’elefante nello stemma. tracce, tracce. rumiz ci arriveràprobabilmente nei
luglio 30th, 2007 07:26
[…] WEBGOL, che gli dedica addirittura una rumizzeide, giàlo segue. […]
luglio 30th, 2007 07:48
Anche io ero in affannosa attesa della prima puntata del viaggio.
E’ curioso come il mio rapporto con il giornale cambi durante i viaggi di Rumiz.
Appena acquistato non lo sfoglio ma vado direttamente alla ricerca della puntata del viaggio, le do una occhiata generale e poi me ne riservo la lettura per un momento di tranquillità , magari alla sera.
Anche il resto del quotidiano riceve una occhiata distratta, quasi a non volere consumare la gioia del rituale.
Quest’anno peraltro si pone il problema di come reperire il giornale durante la mia permanenza all’estero…
Non posso rinunciare a una tale gioia quotidiana.
luglio 30th, 2007 10:51
Rumiz è un grande. Mi ricorda Buzzati talvolta. Scrittori che hanno un che di evocativo, un dono tutto particolare di farci vedere il mondo per quello che è: magico ed incredibile. Se non ci fossero loro ad aprirci gli occhi molte cose andrebbero perse.
Grandissmo Antonio a dedicargli uno spazio tutto suo!
luglio 30th, 2007 22:18
Finalmente si parte!
Scusate l’espressione abusata, trita frase fatta certo inadeguata stilisticamente a salutare la partenza dell’avventura rumiziana, ma efficace nel comunicare l’attesa e l’impazienza per un appuntamento che ci strappa finalmente alle stantie cronache sull’estate di note e meno note nullità , e ci proietta nell’appassionante dimensione del viaggio che diventa scoperta, conoscenza, incontro, testimonianza.
L’appassionante prosa di Paolo Rumiz ci accompagna in un itinerario dove la storia incontra il territorio, dove la natura e l’uomo condividono ancora i ritmi, dove le persone testimoniano la forza e la bellezza di una società –purtroppo numericamente ridotta- che conosce l’itinerario del proprio passato e le peculiarità della propria terra, elementi fondamentali per un senso dell’identità che non sia mero arroccamento o difesa di bassi interessi.
A noi, ancora alle prese con le nostre quotidiane consuetudini, rimane, accanto al piacere di immergerci in una nuova avventura, un po’ di invidia, certo per la dimensione del viaggio e dell’avventura, ma soprattutto per la straordinaria capacità di Rumiz di cogliere nel suo passaggio tutti quegli elementi di conoscenza che, combinati tra di loro, ci restituiscono il significato splendido, e un po’ malinconico, del termine civiltà .
agosto 1st, 2007 12:30
godimento, godimento
agosto 1st, 2007 16:51
Mercoledì 1 agosto 2007: oggi è il mio 73esimo compleanno, e cosa mi regala Rumiz da Cartagena? Uno svarione geografico degno del carducciano Resegone: “Mi siedo sulla riva (…) A Est si spegne l’incendio del tramonto sulla Siera Minera (…)”
Ahi ahi!
agosto 3rd, 2007 20:28
Errata corrige: aveva ragione Rumiz, ho intrpretato male quanto ha scritto.
agosto 5th, 2007 17:31
[…] [Dopo l’annuncio dell’inizio del viaggio estivo di Rumiz, quest’anno sulle orme del leggendario Annibale, ecco un post della brava Elisa, che vive dove Annibale s’accampò, in un comune che ha l’elefante nello stemma. Tracce, tracce. Rumiz ci arriverà probabilmente nei prossimi giorni. A proposito, per gli inguaribili rumizziani, per leggere le puntate finora uscite la ricerca annibale + rumiz su repubblica.it – in attesa di un indice come si deve. as] […]
agosto 17th, 2007 12:30
Mai letto Rumiz prima d’ora. In corso d’opera il viaggio sulle orme dell’Ombra mi ha già stregato, fantastico. Succede una cosa strana leggendo questi straordinari appunti di viaggio. Ti passa la voglia di farlo tu, quel percorso. Sai che non riuscirai mai a vederlo in quel modo, che non lo godrai mai così intensamente.E allora ti basta leggerlo e chiudere gli occhi, si prova mal di mare!
Buona lettura a tutti.
agosto 18th, 2007 18:16
[…] WEBGOL, che da tempo gli dedica addirittura una rumizzeide, giàlo segue. […]
agosto 28th, 2007 14:37
[…] [Domenica scorsa si è concluso il viaggio di Paolo Rumiz alla ricerca delle tracce di Annibale: Il ritorno di Annibale. Antonella Sassone, che su Webgol ha scritto un post inaugurale e che ha curato una tesi sul giornalismo che viaggia del Maestro triestino, chiude il cerchio sulle 27 puntate pubblicate da Repubblica. Il reportage estivo di Rumiz (rumizzeide la chiamiamo da un po’ di anni) per molti è ormai un appuntamento fisso, una lenta interpunzione delle giornate di vacanza, e ogni anno si rinnova: il viaggio mediterraneo del 2007 ha assunto le forme di una vera e propria investigazione, un nasar le orme sul terreno, ché del mito del Barca c’è rimasto molto, un incantamento persistente – ma solo a saper guardare, grattando via la polvere del tempo e delle inezie. as] […]
agosto 29th, 2007 20:42
Per farmi perdonare dell’ingiusta accusa che gli avevo mosso a proposito del tramonto a Cartagena, ho dedicato a Paolo Rumiz questo sunto (e mi fa piacere poter dire che ha apprezzato lo sforzo):
RUMIZ ANTE PORTAS
Lassù, in groppa all’elefante,
Rumiz P. ne ha fatte tante:
ha incantato i baldi alpini
con i classici latini,
poi, con passo svelto, elastico
e furor toponomastico
è partito, incontenibile,
sul cammin che fu d’Annibale.
A Sulkì, tonno e Kanai
come i veri buongustai
ingerisce, in compagnia
d’un che sa d’archeologia
per aver da lui l’immagine
di che cosa fu Cartagine.
(Dove poi, giacché gli garba,
si fa radere la barba).
Poi fa un salto a Cartagena,
ed è buffa qui la scena:
un tassista che va a cento
gli sottrae l’orientamento.
Voi giammai no ‘l crederest:
vede il sol che scende a Est!
Indi sal su per l’Iberia
e la cosa si fa seria:
alla festa di Ripoll
trova pecore ed agnell,
di moriscos ce n’è tanti,
ma non tracce d’elefanti.
E, passati i Pirenei,
non finiscono i suoi guai:
nelle fauci quasi casca
dell’orrifica Tarasca
che, in version più o meno identica,
vive in tutta l’area celtica.
Ma Polibio e il café au lait
gli fan dir: “C’è Lui con me!”
e lo insegue sui tornanti
tra ipotetici elefanti.
(Per quei lampi nel diaframma
forse avrà gridato: “Mamma!”).
Dalla cima, fino a Cuneo
ratto va, senz’infortunio,
a sentir la bella bionda
che gli spiega ch’è leggenda
il passaggio d’Annibal
proprio là , tra quelle val:
nulla Cuneo ebbe a che far
col servizio militar!
Poscia corre dai Taurini
a giuocar coi soldatini,
per veder se quella nebbia
che travisa il fiume Trebbia
si schiarisce un po’ e lo lascia
liberarsi dall’ambascia
di non esser proprio in grado
di capir dov’era il guado
dove accadde la battaglia,
tra le stoppie e la sterpaglia,
lì, nei campi maledetti
che i Roman vider sconfitti.
Finché un tal che fa il geologo,
con un lucido monologo,
non gli spiega: “È lunga fiata
che la Trebbia s’è spostata!”,
indicandogli col dito
un terren ben definito,
e nel mentre il giorno cade
fa: “Lì ci trovi zanne, e spade!”
Rumiz P., di poca fede,
a ‘ste fole poco crede
e con garbo senza ugual
chiede lumi ad… Annibà l!
(Che, a scansare lazzi e frizzi,
or si chiama Gianni Brizzi).
E lo assume come guida
per la strada alquanto infida
che li porta all’Arno tosco
nel cercare il duce losco,
ed al Lago Trasimeno
sempre di misteri pieno:
là Flaminio, nell’agguato,
soccombè, decapitato.
Poscia scendono in Campania
per sfuggire dalla pania
della storia (O forse è un mito?
Il dibattito è infinito)
e raggiungere poi Canne
dove – sto contando a spanne –
ne morîr sessantamila
(li pensate, tutti in fila?)
ed il prode condottiere
tenne a freno le sue schiere
non sfruttando la vittoria
(è un mistero della storia).
Per il panico i Romani
fecer sacrifici umani,
mentre Annibale, pudico,
si grattava l’ombelico
dal solstizio all’equinozio
stando a Capua, casto, in ozio.
Rumiz P. ci resta meno:
quasi affoga nel Tirreno
per fiondarsi a Siracusa
d’Archimede con la scusa
e, seduto sulla riva,
sbocconcella qualche oliva.
Riede a Capua, il nostro eroe
(lo fareste pure voi)
per studiar su carte e mappe
quali furono le tappe
per cui giunse, e da che parte,
fin di Roma sulle porte
dei Cartaginesi il capo
(ecco un vero grattacapo).
Già che c’è, tra funghi e piante,
va a veder Pietrabbondante
Rumiz P., e un po’ divaga
col racconto, che ci appaga,
dei romani legionari,
fantaccini senza pari,
che tagliâr – senti un po’ questa! –
ad Asdrubale la testa
sul Metauro. E pel fratello
non fu certo un segno bello.
In Calabria va girando
Rumiz P. qua e là , narrando
di quei Brettii che una mano
voller dare all’africano
e perciò ben triste sorte
ebber, peggio che la morte.
(La question meridionale
lui la spiega – eccezionale! –
coi soprusi dei potenti,
fin da allor, su quelle genti).
Ci racconta dei Numidi
che, lasciati i nostri lidi
imbarcandosi a Crotone,
affrontarono Scipione;
e ci svela pur la trama
della pugna in quel di Zama.
Del gran leader lui ci spiega,
con la scienza che niun nega,
come eletto fu sufeta,
per fuggir più tardi a Creta.
Parte poi per Artaxata
che in Armenia fu fondata
per trovare della storia
pure lì qualche memoria.
Mangia yogurt e formaggio
d’un pastore nell’alpeggio,
e con lui beve Arenì,
un buon vin che fanno lì.
Ma di Marmara sul Mare
sente di dover andare:
la sensibil sua vibrissa
or gli ingiunge: “Va’ a Libyssa,
dove Annibale il Numida
di velen morì suicida!”
Ammirato il monumento,
lui potrìa dirsi contento,
dopo aver lette e tradotte
le iscrizioni poliglotte
che Kemal vi fece apporre
lì, di Gebze tra le forre,
però vuol vedere ancora
una tomba. E assai l’accora
ritrovar quella di Scipio
(con il qual ebbe principio
l’avventura qui narrata)
tra i rifiuti abbandonata.
Quel che ho scritto, qui lo giuro,
come lapide sul muro
è realtà , non è fandonia:
l’hanno detto al Bagno Ausonia.
Guido Ruzzier
Milano, 26-28 agosto 2007
febbraio 18th, 2008 16:47
[…] di piegare lo strumento blog ad un approfondimento tematico, senza spezzarlo. O … Come …… Read more… […]
maggio 27th, 2008 01:40
[…] in treno il continente, dal Cile al Messico. E Paolo Rumiz, il vero teorico del viaggio lento, con i suoi viaggi estivi pubblicati su […]